APPROFONDIMENTI TEMATICI / GROTTE E IPOGEI COME LUOGHI INIZIATICI E SIMBOLICI / MICROCOSMO, MACROCOSMO E MISTICA DELLA LUCE NEL VENTRE DELLA TERRA

Microcosmo, macrocosmo e mistica della Luce nel ventre della terra / S. Marina a Miggiano: il rito dei “sette archi”

Accanto al cimitero del paese, sotto una chiesetta edificata in epoca successiva, si apre una sorprendente cripta bizantina orientata a nord-est (secondo il sorgere del sole al solstizio d'estate), articolata a forma di croce, con un dromos, due vasti ambienti laterali (di cui uno oggi murato) un tempo adibiti a sepolcreto e un'aula trapezoidale con quattro pilastri impreziosita da un raro affresco di dormitio Virginis e da una Santa Marina rappresentata con caratteri androgini, che con la destra brandisce un maglietto e con la sinistra tiene il drago al guinzaglio. (Fig. 7)

Fig. 7 | Dormitio Virginis, Chiesa rupestre di Santa Marina, Miggiano (Le)


In questa cripta, fino a non molto tempo fa, si compiva una cerimonia tutta al femminile, finalizzata a propiziare le nozze e la fertilità: il cosiddetto “rito dei sette archi” o “sette sabati”, che consisteva nel compiere sette prostrazioni “ad arco”, di cui quattro in corrispondenza dei pilastri per onorare la Madre divina e tre al centro, per onorare il Padre. Le donne in cerca dello sposo compivano questo rito per sette sabati consecutivi a primavera, ornandosi di altrettanti nastri di diversi colori (detti zigareddhe) e, una volta trovato il fidanzato, si scambiavano le promesse legandosi i polsi con gli stessi nastri, per suggellare l'impegno. Si tratta di un chiaro rito di origine pagana, sopravvissuto nel cuore del Salento nonostante l'avversione della chiesa, in cui la numerologia sacra fa da supporto a credenze ancestrali.