APPROFONDIMENTI TEMATICI / GROTTE E IPOGEI COME LUOGHI INIZIATICI E SIMBOLICI / MICROCOSMO, MACROCOSMO E MISTICA DELLA LUCE NEL VENTRE DELLA TERRA

Microcosmo, macrocosmo e mistica della Luce nel ventre della terra / Mottola: colori e Luce nella cripta di S. Nicola

Questa vasta chiesa rupestre a croce latina articolata in due campate, divise da due soli imponenti pilastri e tre navate, di cui la centrale doppia delle laterali, è una delle più riccamente affrescate, tanto da essere definita la “cappella Sistina delle chiese rupestri”. L'ingresso, preceduto come sempre da un pozzo rituale, è sormontato da una lunetta a doppia ghiera affiancata da una calotta recante una complessa decorazione simbolica aniconica in un rosso vivo, che spicca sul candore del tufo: le tre croci del calvario (una grande al centro e due piccole ai lati) sono potenziate da quattro frecce saettanti a partire dal centro, che suggeriscono una valenza simbolica della croce non solo come strumento di supplizio, ma come principio cosmico di espansione. (Fig. 5)

Fig. 5 | Croci e rettangolo aureo sull'arcosolio all'ingresso della Cripta di San Nicola a Casalrotto, Mottola (Ta)


In basso a sinistra un'ulteriore croce con la stessa conformazione è contornata da un cerchio simboleggiante il creato, mentre a destra è dipinto un rettangolo aureo formato da tre quadrati uguali, a loro volta suddivisi in dodici triangoli. Si tratta di un simbolo molto chiaro per l'uomo del medioevo, che indica la presenza nel cosmo di un'armonia e di un ordine di origine divina: la cosiddetta “divina proporzione”.

L'interno, con le sue dodici nicchie affrescate (sei per lato) lungo le navate laterali, conduce a un bema, oltre il setto litico, con tre absidi anch'esse tra loro in “aurea proporzione”, di cui la centrale – che è doppia delle laterali - si conclude con un fondo piatto, preceduto da cinque croci rosse dipinte nel sottarco, in cui campeggia il magnifico affresco di una Deesis e un altare monolitico “alla greca” simbolicamente suddiviso in tre setti (chiara allusione alla Trinità).

Sulla volta campeggia una grande croce cosmica scolpita entro tre cerchi concentrici: i “tre mondi” animati dalla croce “motore immobile” di tutte le cose. Nell'abside di sinistra, che fungeva da diakonicon, l'affresco di San Michele archistrategos introduce quello della visione di Cristo da parte del martire Stefano, mentre in quella di destra, destinata alla prothesisis, San Michele “guardiano del bema” sembra mostrarci la scena del transito di San Giovanni evangelista. Nei giorni degli equinozi la luce filtrata da un foro gnomico appositamente creato “bacia” il cuore e la mano benedicente di un magnifico San Nicola affrescato sull'arco a destra dell'abside centrale, a suggello dello splendore cromatico che rende l'intera cripta una vera e propria visione anticipata della beatitudine paradisiaca.