APPROFONDIMENTI TEMATICI / GROTTE E IPOGEI COME LUOGHI INIZIATICI E SIMBOLICI / ABLUTIO, INCUBATIO E “RITI DI PASSAGGIO”: RETAGGI DI ANTICHI CULTI

Ablutio, incubatio e “riti di passaggio”: retaggi di antichi culti / Madonna del Belvedere a Carovigno e dell'Attarico ad Andrano: luoghi di incubatio

Questi due siti hanno vari aspetti in comune: sono antri naturali in colline boscose e dominanti sul mare, oggi dedicati alla Vergine Maria, ma un tempo forse al culto della grande Madre terra guaritrice (come attestano sia le testimonianze archeologiche, che le leggende di “riscoperta”), caratterizzati dalla presenza di vari anfratti e profondi cunicoli interni, solo in parte esplorati, nei quali sono stati fatti una serie di sorprendenti ritrovamenti (pettini, fibule, monete) che indicano la permanenza all'interno di fedeli, probabilmente per finalità di cura dei mali del corpo e dell'anima, attraverso l'antico rituale dell'Incubatio. In entrambi i casi, inoltre, le storie di guarigioni miracolose si intrecciano a nomi e riti che hanno a che fare con l'utilizzo di pelli o di stoffe. Alle pelli, infatti, si riferisce il nome “Attarico” (dal latino taricum, pelle conciata) e alla stoffa il rituale della Nzegna: il panno che sarebbe stato sventolato dal pastore che, vedendovi inginocchiata una mucca, avrebbe “riscoperto” la grotta sacra di Carovigno, rievocato ogni anno, il lunedì dopo Pasqua, con la festa degli sbandieratori. Era nelle pelli e nelle stoffe, infatti, che gli ammalati venivano avvolti durante i rituali di Incubatio negli ambienti sotterranei e queste pratiche – di origine preistorica - hanno continuato a svolgersi ancora per molto tempo dopo l'affermazione dei culti cristiani.

Una stoffa rossa, del resto, insieme alla pietra nera con le cosiddette “impronte dell'Angelo”, fu ciò che, secondo la cronaca dell'Apparitio, venne rinvenuto anche dal vescovo di Siponto Lorenzo Maiorano quando - dopo i sogni profetici – ebbe il coraggio di entrare nello Speculum garganico e frammenti sia della pietra che della stoffa furono prelevati dai monaci che vi giunsero dalla Normandia, in occasione della fondazione del santuario di Mont St Michel.