APPROFONDIMENTI TEMATICI / GROTTE E IPOGEI COME LUOGHI INIZIATICI E SIMBOLICI / ABLUTIO, INCUBATIO E “RITI DI PASSAGGIO”: RETAGGI DI ANTICHI CULTI

Ablutio, incubatio e “riti di passaggio”: retaggi di antichi culti / Il “passa passa” all'Annunziata di Rutigliano

In agro di Rutigliano, su un'altura alla confluenza di due rami di una lama che da Sammichele di Bari giunge fino al porto di San Giorgio, nella quale sono emerse ampie tracce archeologiche di frequentazione e di culto che risalgono al neolitico, sorge, dal XII secolo, la chiesa di Santa Maria dell'Annunziata, sopra un vasto sistema di antri scavati lungo i costoni della valle dell'antico fiume. Qui, almeno fino al '700 (quando ci furono energici interventi ecclesiastici per porvi fine), in corrispondenza dell'equinozio di primavera (giorno di rinascita per la natura) si celebrava il rito del “passa passa”, di chiara origine pagana, spostato per volere della chiesa, prima alla vicina ricorrenza dell'Annunciazione (il 25 marzo) e poi al lunedì dopo Pasqua. Gli ammalati passavano letteralmente in un arco arboreo fatto di mirti e lentischi, per simboleggiare la morte dell'“uomo vecchio” e la nascita dell'”uomo nuovo” e per propiziare sia la guarigione che la fertilità. Qualcosa di simile accadeva anche nel Salento, nella chiesa di San Vito a Calimera, dove il “passaggio” avveniva in una grande pietra forata (menanthol, o “pietra della fertilità”), poi inglobata all'interno della chiesa di san Vito. Anche in questo caso il rito pagano, che avveniva all'equinozio di primavera, fu cristianizzato e spostato alla ricorrenza del Lunedì dell'Angelo. Pasqua, del resto, nell'etimologia originaria (Pesach) significa, appunto, “passaggio” del popolo ebraico da una condizione di schiavitù (in Egitto) alla libertà della Terra promessa, mediante il difficile attraversamento del deserto e il passaggio per la “strettoia” del Mar Rosso, destinato a chiudersi sugli indegni.