APPROFONDIMENTI TEMATICI / STORIA E ARCHEOLOGIA IN PUGLIA E TOSCANA / LA STORIA DELL'UOMO NELLA PUGLIA PREISTORICA

La storia dell’uomo nella Puglia Preistorica

In Puglia, attraverso i vari ritrovamenti in grotta, diffusi dalla provincia di Foggia fino al Salento, è possibile ripercorrere l’intera storia dell’uomo nella Preistoria a partire dal Paleolitico.

Qui, è possibile esaminare alcune delle tappe dell’evoluzione dell’uomo. Fa la sua comparsa per primo l’Homo Erectus, poi l'Homo neanderthalensis, come attesta il numeroso materiale rinvenuto che racconta storie di manufatti dell’industria litica, di bifacciali e su scheggia, utili alla caccia, alla preparazione del cibo, alla vita nomade.

La storia degli insediamenti antropici in Terra di Bari comincia con i resti fossili dell'Uomo di Altamura, che rappresentano una forma arcaica di Homo neanderthalensis (risalente a circa 250.000 anni fa), scoperto in grotta, e prosegue con la grotta di Santa Croce a Bisceglie. Grotta Paglicci, nei pressi di Rignano Garganico (Foggia), è uno dei più importanti siti paleolitici d'Europa, che custodisce preziose testimonianze d’arte preistorica tra cui pitture e graffiti rupestri, raffiguranti animali, impronte di mani, ossa decorate da incisioni e due sepolture di Homo Sapiens.

Nelle tante grotte naturali salentine, come Grotta Romanelli, sono stati rinvenuti esempi di pitture parietali, reperti di varia natura e utensili di selce. Un'importante scoperta archeologica riguarda alcune sculture femminili recuperate nella Grotta delle Veneri, presso Parabita, le cosiddette “Veneri del Paleolitico” che dimostrano l'esistenza di culti riguardanti la fertilità.

La cultura spirituale e l’attenzione religiosa verso i morti è attestata in una grotta, presso il Parco di Santa Maria di Agnano, ad Ostuni, dove è stata portata alla luce la più antica madre della storia, una sepoltura risalente a 28.000 anni fa in cui era deposta una donna, deceduta al termine della gravidanza, con il bambino ancora in grembo (Fig. 1). Sempre ad Ostuni è stata scoperta la splendida Grotta dei Millenari, nella quale sono presenti testimonianze tangibili della vita dei primi uomini che la abitarono.

Continuando il viaggio indietro nel tempo, ci si imbatte in una serie di grotte frequentate nel periodo Neolitico. La regione Puglia, ricca di lame, presenta condizioni favorevoli per la nascita di insediamenti stabili, il diffondersi dell’agricoltura e della pastorizia. Ritrovamenti in grotta risalenti al Neolitico sono attestati nella regione da nord a sud. In questo periodo le produzioni agricole e il miglioramento delle condizioni di vita determinano un incremento demografico, come attestato dalla proliferazione di villaggi capannicoli. È il caso del villaggio sorto a ridosso della dolina del Pulo di Molfetta. La comunità neolitica frequentava la dolina e le sue grotte per rifornirsi di acqua e per cacciare animali di piccola taglia; le grotte, in particolare, erano luogo privilegiato per le attività cultuali e le pratiche magico-religiose, com’è attestato anche in provincia di Foggia a Manfredonia, dove fu scoperta Grotta Scaloria, ricca di tracce e reperti che rimandano ad un rituale religioso collegato al “culto delle acque”.

Scendendo lungo il litorale sud diversi ipogei cultuali attestano una frequentazione a partire dal Neolitico. A Polignano a Mare, nei pressi dell’insediamento in contrada Santa Barbara, si trovano vari ipogei che mostrano una struttura molto elaborata, risalente al Neolitico, tra cui l’Ipogeo Manfredi, che rappresenta la più antica testimonianza di ipogeo artificiale. In località Porto Badisco, la Grotta dei Cervi, una grotta naturale costiera, custodisce il complesso pittorico neolitico più imponente d'Europa, ma ad oggi non è accessibile al pubblico.

Fig. 1 | La Donna di Ostuni, la madre più antica del mondo, Museo di Civiltà preclassiche della Murgia Meridionale, Ostuni (Br) - Foto da: www.corrieredellepuglie.com



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