La storia dell’arte inizia all’incirca intorno al 30.000 a.C. alla fine del Paleolitico, nel periodo che gli studiosi chiamano Paleolitico Superiore. La figura dell'artista ancora non esiste. L'attività espressiva dell'uomo preistorico è legata alla realtà della vita quotidiana ed è inserita nell'esperienza pratica. Gli uomini, che vivevano di caccia e raccolta di frutti spontanei, raffiguravano sulla roccia tali scene per assicurarsi il successo nell'impresa. L'arte del Paleolitico si divideva rispettivamente in due gruppi: arte parietale ed arte mobiliare.
» Culto delle acque
Le attestazioni della valenza magico - sacrale dell’acqua sono diffuse in tutte le culture, dalla Preistoria ai nostri giorni, ma i rituali preistorici sono di difficile identificazione e interpretazione. L’acqua è fonte e origine di ogni forma di vita, simbolo di rinascita e rigenerazione, elemento fecondante, sostanza curativa e terapeutica ed ha sempre avuto un valore simbolico in tutte le tradizioni religiose e popolari. L’acqua è indispensabile a qualsiasi forma di vita: l’uomo fin dall’inizio ha dovuto frequentare habitat, ricchi di flora e di fauna, in prossimità di riserve d’acqua, dove era possibile praticare caccia e raccolta. È con l’avvento dell’economia produttiva nel Neolitico che l’acqua inizia ad assumere più chiaramente valenze cultuali e di venerazione presso le società di agricoltori-allevatori: grande valore simbolico, forza della natura dalle proprietà vivificanti, fecondanti e medicamentose. Essendo difficile ricostruire delle pratiche rituali e cultuali così antiche si può solo tentare di intuire le espressioni di un pensiero religioso. Nel corso del Neolitico risultano essere più frequentate le grotte di tipo labirintico o con corridoi, sale e cunicoli molto interni e profondi con presenza di pozze o di laghetti. Nel corso dell’Età del Bronzo sembra subentrare una preferenza per grotte con vaste sale ricche di concrezioni, talora con presenza di acque correnti. Sia nel Neolitico che nell’Età del Bronzo la presenza di acqua è quindi associata ad aspetti magico-religiosi che possono essere accompagnati dalla deposizione di prodotti della terra semi o frutti per celebrare la fertilità. Meno frequente è l’uso terapeutico delle acque, che sembra iniziare nell’Età dei Metalli. La diffusione del culto cristiano di San Michele rivela come tale culto derivi da pratiche devozionali preesistenti all’interno di grotte segnate dalla presenza iatrica (curativa) dell’acqua. La figura celeste di S. Michele, dalle Sacre Scritture, viene descritta come un capo dell’esercito celeste in lotta con Satana e con gli angeli ribelli. Tale ruolo si sovrappone a quello di divinità del pantheon precedente come Mercurio, Dioniso o Mitra venerati di solito in grotta. L’Arcangelo compare in luoghi come grotte, fenomeni vulcanici, acque sotterranee, in rapporto con il mondo dell’ignoto e in grado di evocare antiche paure. Con l’avvento del Cristianesimo, nel Medioevo, il mondo sotterraneo non è più luogo di rigenerazione della natura ma sede di entità diaboliche e collegamento con gli Inferi, la grotta è passaggio verso l’Inferno e pertanto ha bisogno di un custode, l’Arcangelo San Michele “principe delle acque”. Una simile valenza iatrica dell’Arcangelo si evidenzia nell’uso delle acque da parte dei pellegrini in tantissime grotte-santuario come Monte Sant’Angelo sul Gargano. La grotta, frequentata sicuramente in età protostorica, presenta attestazioni di un uso taumaturgico e terapeutico dell’acqua attraverso la pratica dell’incubatio. Nel Medioevo alcune vasche naturali sono state adattate per la raccolta delle acque di stillicidio, dove probabilmente si svolgeva il rituale dell’immersione dei pellegrini nell’acqua miracolosa. Tante sono comunque le grotte dedicate all’Arcangelo in tutto il Mezzogiorno italiano. Si tratta di retaggi di culti preesistenti e di antichissime pratiche collegate a fenomeni naturali inspiegabili per gli antichi, come la stessa presenza dell’acqua nelle profondità della Terra, che si caricava di significati e simbolismi magico-religiosi che dalla Preistoria sono spesso pervenuti fino a noi.
» Cultura della Ceramica Cardiale
È una cultura diffusa nel periodo neolitico e caratterizzata da una ceramica decorata mediante l'impressione della conchiglia del mollusco Cardium. La sua diffusione fu nel bacino del Mediterraneo, dalle coste levantine a quelle occidentali della Spagna. Le decorazioni impresse furono realizzate anche con altre tecniche per questo motivo viene anche detta “cultura della ceramica impressa”. In Italia è attestata in Puglia e in altre aree dell'Italia meridionale, nel centro, in Lazio e in Sardegna, e nel nord Toscana e Liguria.
» Età dei Metalli
Verso il VII millennio a.C., presso le società neolitiche del Vicino Oriente iniziò la lavorazione di un materiale completamente diverso da quelli fino ad allora usati, un materiale naturale che fondeva portato ad alta temperatura, assumendo, una volta raffreddato, la forma del contenitore che lo raccoglieva: é la nascita della metallurgia. La lavorazione dei metalli trovò una applicazione diffusa solo a partire dal V millennio, e solo nel corso del IV e III millennio a.C. arriverà nel continente europeo.
Con riferimento alla tipologia di metallo lavorato, l’età dei metalli viene così suddivisa:
• età del Rame
• età del Bronzo (il bronzo non è un metallo ma una lega di rame e stagno)
• età del Ferro
Presso le comunità neolitiche la lavorazione dei metalli ebbe grande importanza, essa fornì un grande impulso a mutamenti nel campo economico e nei rapporti sociali; in particolare tale lavorazione accentuò:
• aumento demografico e conseguente opera di disboscamento per la coltivazione dei campi;
• la divisione del lavoro (con la produzione artigianale specializzata);
• la differenziazione sociale (legata al possesso di oggetti metallici, considerati di notevole valore);
• il formarsi di insediamenti stabili in alcuni casi anche fortificati nell’età del Bronzo. All’inizio dell’età del Ferro (inizio I millennio a.C.) tali comunità daranno luogo a delle vere e proprie città;
• la conflittualità (la produzione di armi metalliche fece aumentare notevolmente l’importanza della classe dei guerrieri, inoltre il desiderio di possesso del metalli accentuò i conflitti tra culture diverse);
• la nascita della scrittura.
» Etruschi
Popolazione dell’Italia antica che si affermò tra il IX ed il III sec. a.C. in Etruria, area dell’Italia centrale corrispondente a Toscana, Umbria e Lazio Settentrionale. Essi rappresentano, dall’VIII secolo a.C., la prima civiltà italica con l’energia necessaria ad intraprendere una politica espansionista. L’Etruria è sin da subito uno stato in cui ogni città costituisce un’unità politicamente autonoma, arrivando, nel periodo di massima espansione, alla Campania ed all’Emilia Romagna. Il VII e il VI secolo a.C. segnano un momento di grande floridezza e benessere, dovute sia a ragioni esterne, ovvero l’intenso sviluppo del commercio marittimo, sia a ragioni interne con l’inizio dello sfruttamento dei giacimenti metalliferi della costa tirrenica. Si formerà una struttura sociale fatta di aristocrazia gentilizia, con schiavi e clienti, che sarà tipica del mondo etrusco fino al suo completo assorbimento nella società romana. Dalla seconda metà del V secolo a.C. le città etrusche avevano raggiunto il massimo dello sviluppo economico, mentre le colonie greche diedero vita ad una travolgente crescita culturale e politica. Anche ai confini tra Etruria e Lazio era sorto un nuovo consistente elemento di debolezza: sul finire del V secolo a.C., infatti, si era conclusa l’esperienza monarchica dei Tarquini a Roma. In tutto questo, gli Etruschi videro ridursi progressivamente i propri traffici marittimi e l’indebolimento della flotta. L’effettiva decadenza degli Etruschi iniziò nel 474 a.C. sul mare, quando i Greci d’Italia, guidati dalla città di Siracusa, inflissero loro presso Cuma una sconfitta decisiva, dopo la quale essi persero il controllo del Mar Tirreno e ogni prospettiva di supremazia politica e militare. Poco dopo, l’ascesa di Roma fu un altro pesante fattore negativo della lunga storia degli Etruschi. Ben presto, infatti, il conflitto tra le città etrusche e Roma divenne inevitabile, sia per il possesso della riva destra del Tevere, sia per il sorgere di nuovi problemi nell’Italia Meridionale, con una drammatica sconfitta navale etrusca ad opera dei greci. I romani affinarono le loro tecniche militari e tattiche, oltre a dominare ampi territori già consolidati culturalmente e socialmente. La fine del V e l’inizio del VI secolo a.C. furono connotati dalla decennale guerra contro Veio (404-396 a.C.): una volta capitolata la grande rivale, Roma riuscì ad impadronirsi della riva destra del Tevere.
» Evoluzione dell’uomo
Circa 5 milioni di anni fa, comparvero in Africa orientale (tra l’Etiopia e la Tanzania) i primi esseri viventi appartenenti alla famiglia degli ominidi. Il clima cominciò a farsi più secco e, progressivamente, una parte delle foreste fu sostituita da praterie aperte. Le scimmie antropomorfe continuarono a vivere nella foresta, ma un gruppo di esse si staccò dalle altre, adattandosi alla vita al suolo e colonizzò la savana africana: si trattava dei nostri antenati, gli australopitechi, nome che significa scimmie australi o meridionali. I numerosi ritrovamenti di resti fossili fanno pensare che siano esistite, tra i 5 e 3 milioni di anni fa, varie specie. Presentano andatura bipede e posizione eretta ma anche capacità di arrampicatore: per i primi ominidi poter trasportare del cibo o i piccoli con le mani costituiva un grande vantaggio selettivo. Mostrano un aumento della massa cerebrale rispetto alle scimmie, testimoniato dall’ingrandimento della scatola cranica, che misurava tra i 430 e i 500 cm³ circa.
Si sviluppò moltissimo tempo dopo l’Homo habilis. La caratteristica principale dell’Homo habilis e delle specie che gli succedettero è l’aumento delle dimensioni del cervello, che è andato di pari passo con la capacità di cacciare in gruppo, di manipolare il cibo e di stringere relazioni sociali più complesse. Il suo volume cranico doveva essere di circa 500 cm³. Accanto a esso, utensili di pietra a testimoniare la capacità di costruire strumenti (choppers e chopping-tools). Fu il primo ominide capace di lavorare pietre e ossa per ricavarne strumenti per la caccia e per gli usi domestici.
L’homo Erectus (il cui volume doveva essere di circa 800 cm³) invece, a differenza dei suoi antenati che fuggivano via dal fuoco, impara a conoscerlo e ad usarlo per cuocere i cibi e per tenere lontani gli animali feroci; inizia a cacciare grossa selvaggina; sviluppa la capacità di realizzare rozzi indumenti, ricavati da pelli di animali che gli permettono di spostarsi dall’Africa in Asia e in Europa centrale. All’Homo Erectus è attribuito il tipo più evoluto di chopping-tools, che attraverso graduali passaggi ha portato alla costruzione di uno strumento di forma ovale o a mandorla (amigdala) ritoccato con scheggiature su ambo le facce (bifacciale). Tali strumenti presuppongono che l’uomo sappia immaginare come scheggiare la pietra per trasformarla in utensile.
L’Homo Erectus si è evoluto adattandosi al clima presente nei territori dove si è insediato e a partire da 300.000 anni fa si è affermata in Europa una nuova specie, l’uomo di Neanderthal, (il cui volume doveva essere di circa 1500 cm³) così chiamato perché i primi fossili relativi a esso furono ritrovati in Germania, nella valle del fiume Neander. Cacciatore e nomade, l’uomo di Neanderthal ha lasciato moltissimi utensili che testimoniano la complessità della cultura elaborata (uso della Tecnica Levalloi cioè tecnica che consente di preparare il nucleo per ottenere delle schegge dalla forma predefinita). Si ritiene che praticasse la sepoltura dei morti. Ha vissuto, nell'ultimo periodo della sua esistenza, con l’Homo sapiens, scomparendo in un tempo relativamente breve e senza una spiegazione scientifica ad oggi plausibile. L'aspetto fisico del neandertaliano alla luce delle conoscenze attuali, è quello di un uomo alto circa 1,60 m, perfettamente eretto e molto muscoloso e robusto.
Circa 35.000 anni fa l’uomo moderno (Homo Sapiens) ha sostituito completamente l’uomo di Neanderthal in tutta Europa, dando vita a una cultura ricca e sofisticata, come testimoniano i delicati manufatti e le pitture rupestri ritrovate in alcune grotte. Capacità cranica di 1350 cm³ come l’uomo moderno, quindi era un uomo dotato di raziocinio. È probabile che l’Homo Sapiens Sapiens (Paleolitico superiore), sia giunto in Europa dal Vicino Oriente. Le sue caratteristiche: il cranio alto, la fronte dritta, la faccia piatta, il mento prominente, occipitale arrotondato, una statura maggiore analoga a quella dell’uomo moderno. La sua cultura si presenta assai evoluta: nel lavoro della pietra e dell'osso, nelle manifestazioni artistiche (arte parietale e mobiliare), nelle pratiche funerarie. L'Homo sapiens sapiens è l'unica specie umana ancora esistente, vive in tutti i continenti e si diversifica nelle attuali razze.
» Industria litica
Il paleolitico è caratterizzato dalla realizzazione degli strumenti in pietra con la tecnica della pietra scheggiata. Questa tecnica fu ancora utilizzata nei periodi successivi, ma mescolata ad altre di più recente introduzione. Le tecniche di scheggiatura possono essere: "a percussione diretta", "a percussione indiretta", "a percussione su incudine", "a percussione bipolare", "a pressione". Nel paleolitico inferiore gli utensili sono realizzati con ciottoli scheggiati (cultura dei ciottoli, o "Pebble Culture") o manufatti a forma di mandorla (bifacciali o amigdale); nel paleolitico medio con la lavorazione delle schegge staccate da un nucleo e nel paleolitico superiore con la lavorazione delle lame.
» Japigi
Un'antica popolazione indoeuropea proveniente dall'Illiria si stabilì in Puglia tra il II e il I millennio a.C. Erano un popolo di pastori, agricoltori e ottimi allevatori di cavalli. Il nome di Iapigi fu dato loro da alcuni autori greci, che mettevano in relazione l'origine di questo popolo con il figlio di Dedalo, Iapige. Gli Iapigi attraversarono il mar Adriatico sbarcando in Puglia e si amalgamarono con la popolazione indigena dando origine ai tre gruppi: Dauni nella provincia di Foggia, Peucezi nella Terra di Bari e sulle Murge e Messapi nel Salento. Tra VIII e il IV secolo a.C. gli Iapigi conobbero il massimo del loro splendore, come dimostra la ceramica dei Messapi e il culto dei morti dei Dauni. Tra VIII e VI secolo a.C., durante la colonizzazione greca del Mediterraneo, gli Iapigi opposero una tenace resistenza. Mentre i Dauni restarono sempre distanti dall'influenza greca, i Messapi e i Peucezi, data la vicinanza di Taranto e delle altre città della Magna Grecia, subirono influenze e pressioni, pur restando indipendenti, oltre che politicamente anche culturalmente ed etnicamente, fino all'arrivo dei Romani.
» Neolitico
Dal greco “νέος”, “nuovo” e “λίθος” "pietra"), è il periodo che va da 6.000 a circa 2.000 anni fa, in cui nasce l'agricoltura, la vita diventa sedentaria e si articola in insediamenti anche grandi e complessi, si diffonde l'uso di utensili in pietra levigata, si sviluppano tecniche per la realizzazione di vasellame di argilla. Le prime culture neolitiche apparvero intorno all'VIII millennio a.C. nella zona della cosiddetta Mezzaluna Fertile, per poi diffondersi verso il Mediterraneo. In questo periodo furono anche erette le prime costruzioni di grandi dimensioni, incluse primitive torri, e mura e luoghi di culto (comincia a diffondersi il Megalitismo). Queste opere testimoniano la capacità degli uomini dell'epoca di cooperare in grandi gruppi. Nel neolitico presero anche forma le prime attività commerciali, testimoniate dai ritrovamenti di materiali a centinaia di chilometri dal luogo di provenienza naturale.
» Orso delle caverne (Ursus spelaeus)
Specie di orso presente, con un gran numero di esemplari, esclusivamente in Europa. Si trattava di un orso dalle notevoli dimensioni: i maschi in posizione eretta potevano raggiungere i 3 m di altezza e potevano pesare circa 500 kg. La corporatura era massiccia e le zampe erano dotate di lunghi e robusti artigli. La dentatura sembrerebbe attestare una dieta in prevalenza erbivora. Resti fossili, in numero notevole, sono stati rinvenuti in molte grotte dell'Europa centrale. L'orso delle caverne si estinse intorno ai 10.000 anni fa, al termine dell'ultima glaciazione; secondo alcuni studi condotti sui resti fossili, una delle possibili cause dell'estinzione potrebbero essere state le patologie dentarie, da cui erano affetti. Questi orsi, di sicuro, entravano in competizione con gli antenati dell’uomo per il possesso delle grotte, ma l’uomo aveva appreso l'uso intimidatorio del fuoco per respingerli. Le ossa di questi animali, nell'antichità, si pensava appartenessero a creature mitiche e leggendarie come draghi o mostri.
» Ossidiana
L'ossidiana è un vetro vulcanico formatasi per rapidissimo raffreddamento della lava. È un vetro naturale, del tutto simile a quello prodotto dall’uomo. Molto ricercata nell'antichità per la fabbricazione di strumenti, infatti è stata una delle merci più ricercate e prestigiose negli scambi commerciali del Mediterraneo. in Italia era estratta in Sardegna e nelle Eolie nel periodo preistorico.
» Paleolitico
Dal greco παλαιός antico, e λίθος pietra, ossia età "della pietra antica", fu il primo periodo della preistoria in cui si sviluppò la tecnologia umana con l'introduzione dei primi strumenti in pietra da parte di diverse specie di ominidi. I gruppi umani, prevalentemente nomadi o a sedentarizzazione periodica, erano caratterizzati da un'economia di caccia e raccolta, che si andò evolvendo con lo sviluppo di forme di caccia specializzata e con l'apparizione della pesca. Alcune teorie sostengono che soprattutto le donne con i bambini andassero a raccogliere erbe, radici e frutti selvatici. Invece gli uomini organizzavano battute di caccia in gruppo per animali di grossa taglia o si dedicavano alla pesca. Le abitazioni erano inizialmente semplici ripari naturali e grotte a cui si aggiunsero capanne costruite con pelli di animali. In questo periodo si iniziò a controllare il fuoco e poi ad accenderlo. Il fuoco venne utilizzato come protezione dagli animali, ma anche per illuminare e per cucinare.
Il Paleolitico copre un periodo temporale che va da circa 2 milioni di anni fa fino alla fine del Pleistocene, 10.000 anni fa (in alcune aree 8.000); si divide in:
• Paleolitico inferiore: da circa 2,5 milioni di anni fa a circa 120.000 anni fa, corrisponde al Pleistocene inferiore e medio e alle glaciazioni di Günz, Mindel e Riss con i periodi interglaciali intermedi. Il Paleolitico inferiore vide lo sviluppo dell'Homo habilis, verso la fine del Pliocene in Africa; questi antenati dell'uomo moderno svilupparono i primi utensili noti, i cosiddetti chopper di pietra. Il sito di Olduvai in Tanzania risale a quest'epoca. Circa un milione e mezzo di anni fa apparve l'Homo erectus, che apprese l'uso del fuoco, raffinò la costruzione dei chopper, e si espanse verso l'Asia, come testimoniato dal sito di Zhoukoudian in Cina. A un milione di anni fa circa risalgono i primi reperti umani in Europa, e le prime testimonianze dell'uso dell'ascia a mano, un'evoluzione del chopper.
• Paleolitico medio: da circa 120.000 a circa 36.000 anni fa, corrisponde a parte del Pleistocene superiore comprendente il periodo interglaciale di Riss-Würm e parte del periodo glaciale di Würm. Viene ricordato soprattutto per l'avvento e la successiva scomparsa degli uomini di Neanderthal che si diffonde in Europa. All'epoca del Paleolitico di mezzo risalgono i primi esempi di arte preistorica.
• Paleolitico superiore: da circa 36.000 a circa 10.000 anni fa; corrisponde a parte del Pleistocene superiore comprendente parte del periodo glaciale di Würm. In questo periodo si diffonde in Europa l'odierno Homo sapiens sapiens.
» Pitture e graffiti rupestri
Le manifestazione artistiche dette pitture rupestri sono state ritrovate in grotte, spesso inaccessibili, ubicate soprattutto nella Francia centrale e nella Spagna settentrionale. In particolare si definiscono pitture rupestri quelle pitture realizzate in una grotta o su blocchi di roccia, risalenti generalmente alla Preistoria. Le immagini erano eseguite con varie tecniche: il graffito, ottenuto incidendo la roccia con pietre acuminate; la pittura, realizzate con colori a base di succhi d'erba e terre, pestate e mescolate con acqua, sangue, succhi vegetali o grasso di animali. I colori, quasi sempre di tonalità calda (rosso, ocra, bruno oltre al nero del carbone) venivano stesi con le dita, soffiati con cannucce o stesi con l'aiuto di penne d'uccello o di qualche pennello rudimentale. Raffiguravano immagini, soprattutto di animali selvatici (bisonti, renne, mammut cervi e orsi) ma spesso anche impronte umane o strane figure geometriche.
I dipinti più antichi sono stati rinvenuti nella Grotta Chauvet in Francia: la loro realizzazione è databile a circa 32.000 anni fa. Di solito sono realizzati con ocra rossa e pigmento nero, e mostrano cavalli, rinoceronti, leoni, bufali e mammut. Ma ci sono esempi di pittura rupestre praticamente in tutto il mondo. Le prime e più importanti espressioni artistiche sono senza dubbio da considerare le pitture rupestri, create nelle stesse grotte che, con ogni probabilità, costituivano il rifugio degli autori. Di esse esistono molte testimonianze in Europa, ma le espressioni artistiche più elevate sono collocabili presso le grotte di Lascaux (Francia) e Altamira (Spagna).
» Preistoria
È indicata come il periodo della storia umana che precede l'invenzione della scrittura. Con la comparsa di testimonianze scritte infatti gli storici hanno a disposizione per la loro ricostruzione degli eventi una più vasta e chiara documentazione che giustifica questa distinzione convenzionale. La preistoria viene convenzionalmente suddivisa in tre periodi: paleolitico (ossia pietra vecchia), mesolitico (pietra di mezzo) e neolitico (pietra nuova), per quanto sarebbe più corretto parlare di fasi in quanto i periodi preistorici sono caratterizzati da differente durata temporale e termine nelle diverse regioni geografiche.
» Selce
Roccia sedimentaria composta in gran parte da silice. Le selci lavorate sono una testimonianza fondamentale dei primi insediamenti umani. Le tecniche lavorative utilizzate per crearle (scheggiatura) consentono di individuare diversi periodi della preistoria. L'uso è continuato, poi, fino a periodi relativamente recenti.
» Stile Geometrico
Decorazione geometrica, composta da linee rette, curve, spezzate, zig zag, triangoli, rombi, ecc., che contraddistingue in particolare la produzione vascolare ceramica della civiltà greca a partire dalla fine del Medioevo ellenico.
Si tratta di un tipo di ceramica costituita da forme biconiche, ovali o globose, modellate a mano o alla ruota lenta, e ornate da un ricco repertorio di motivi geometrici originali che, solo dalla seconda metà dell’VIII sec. a.C., comincia ad accogliere anche schemi e singoli motivi provenienti da influenze orientali. Nell’VIII sec. a.C. la ceramica geometrica appare già distinta tra quella prodotta nella Puglia centro-meridionale (Geometrico iapigio) e quella fabbricata nella parte settentrionale (Geometrico protodaunio).
» Veneri del Paleolitico
Piccole sculture femminili incise o scolpite su pietra, corno, osso o avorio e raffiguranti donne con gli attributi sessuali molto pronunciati e realistici, mentre il resto del corpo, il viso e gli arti, sono approssimati. Vengono dette anche "veneri steatopige" ("dalle grosse natiche") o callipige ("dalle belle natiche"). Queste dee erano collegate al culto della fecondità e avevano uno scopo religioso oltre che ornamentale. Attraverso l'accentuazione delle caratteristiche femminili lo scultore dell'età paleolitica sottolinea la fecondità della donna. Sono diffuse con notevole uniformità dai Pirenei, attraverso l’Italia, fino alle pianure russe e alla zona del lago Baikal in Siberia. Tra queste ricordiamo la Venere di Willendorf, che si stima sia stata realizzata fra il 23.000 ed il 19.000 a.C.