APPROFONDIMENTI TEMATICI / STORIA E ARCHEOLOGIA IN PUGLIA E TOSCANA / TRA PREISTORIA E PROTOSTORIA IN TOSCANA

Tra Preistoria e Protostoria in Toscana

Le caratteristiche ambientali della Toscana hanno favorito fin dai tempi remoti l’insediamento umano. Notevoli i ritrovamenti risalenti al Paleolitico medio, che si moltiplicano ulteriormente nel Paleolitico superiore col rinvenimento sia di siti all’aperto che in grotta.

Il complesso carsico delle grotte di Equi Terme si è formato nel corso di migliaia di anni grazie all’azione dell’acqua che penetrava nelle fratture calcaree formando pozzi, gallerie e laghi sotterranei. All’interno del complesso si apre la Tecchia di Equi, nota soprattutto per il recupero di una grande quantità di ossa di animali tipici del clima temperato e freddo oggi estinti, in particolare di orso delle caverne (Ursus spelaeus) e per le testimonianze di frequentazioni umane. La conformazione naturale della Tecchia ha infatti favorito fin dal Paleolitico medio (120.000-40.000 anni fa) la sosta di comunità umane, documentata dal ritrovamento di manufatti litici prodotti dall’Uomo di Neanderthal , che a più riprese frequentò l’area.

A Camaiore vi è una piccola grotta, la Buca del Tasso, che si apre accanto al torrente Carpigna, nella quale sono stati portati alla luce strumenti in pietra, resti ossei di animali e un femore umano riferibile a Homo neanderthalensis.

Nel VI millennio a.C. appare in territorio toscano la cosiddetta cultura della ceramica cardiale che segna l'introduzione della rivoluzione di età neolitica. In questa fase le comunità toscane interagiscono con le Isole (Corsica e Sardegna) e intrattengono importanti "scambi commerciali", in particolare di ossidiana. A questo periodo risale un’interessante testimonianza relativa a culti nella Grotta del Leone presso Pisa dove erano circoli di pietre con ossa umane e un focolare con deposizione di grano e orzo: questo tipo di rituale è noto anche in altre grotte dell’Italia centrale e meridionale ed è legato forse a cerimonie in funzione dell’agricoltura.

L’età dei metalli (Eneolitico – Età del Bronzo) è ampiamente attestata in tutta la regione nei diversi aspetti: sepolcrale, abitativo, culturale, artistico. Sul versante sud-orientale del Monte Penna di Cardoso, nel comune di Fabbriche di Vallico, si trova la Buca di Castelvenere, utilizzata a scopo cultuale nel periodo Eneolitico; era infatti certamente connessa al culto delle acque come beneficio per la fecondità femminile; tale culto è attestato anche in altri siti toscani.

Nel Parco Archeologico Naturalistico di Belverde, ricco di cavità formatesi nei blocchi di travertino nel corso dei millenni, si trovano grotte utilizzate nel passato come luoghi di culto e di sepoltura. Tra queste vi è la Grotta Lattaia, che testimonia, con la presenza di oggetti votivi di periodo ellenistico (riproduzioni di bambini in fasce, riproduzioni di mammelle, ecc.), la credenza che l’acqua gocciolante dalle pareti, se bevuta dalle madri durante l’allattamento, avesse il potere magico di favorire la secrezione del latte.

Sopra il paese di Greppolungo e sotto il Monte Gabberi, si trova la Roccia dei Pennati, un grande masso calcareo leggermente sopraelevato e levigato manualmente con varie incisioni raffiguranti diversi pennati (di varie dimensioni), alcune croci di epoca più recente e la presenza di una vaschetta scavata nella roccia probabilmente utilizzata per rituali sacrificali. Le indagini condotte nelle due vicine grotte, sulla cima del Monte Penna, sopra il paese di Metato, hanno riportato alla luce dei ritrovamenti dell’uomo preistorico (circa 5000 anni fa), una ventina di frammenti ceramici due frammenti calcarei lavorati ed una scheggia litica la cui datazione ci riporta all’eneolitico.

Non molto lontana si trova la Grotta del Tambugione, nel fianco occidentale del Monte Ciurlaglia, sopra il paese di Metato, che ha rivelato la presenza di ossa umane e uno scarno corredo funebre consistente in nove frammenti ceramici, alcune lame e cuspidi litiche di freccia.




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