APPROFONDIMENTI TEMATICI / STORIA E ARCHEOLOGIA IN PUGLIA E TOSCANA / PERCORSI IPOGEI NELLA TOSCANA ETRUSCA

Percorsi ipogei nella Toscana etrusca

La Toscana degli Etruschi rappresenta un percorso di arte, storia e paesaggio articolato in molteplici tappe, attraverso città e borghi da Volterra a Fiesole, da Arezzo a Populonia. La maggiore testimonianza della civiltà e dell’architettura etrusca si concentra soprattutto nelle necropoli, in particolare nelle Tombe ipogee o a camera, dette anche tombe rupestri, in quanto esse riproducono un vero e proprio ambiente domestico per il defunto, che poteva “vivere” nella tomba oltre la morte.

Esempio di monumentali tombe etrusche si trova nel Parco Archeologico e Naturalistico di Baratti e Populonia che si estende tra le pendici del promontorio di Piombino ed il Golfo di Baratti, centro della civiltà etrusca e romana. Particolare è la Necropoli delle Grotte, raggiungibile tramite l'itinerario archeologico e naturalistico detto 'Via delle Cave', costellato da molte tombe scavate direttamente sul banco di roccia calcarenitica, caratterizzate dalla presenza di letti funebri e in alcuni casi (Tomba della Protome) sculture apotropaiche ricavate dalla roccia. La Necropoli e la Cava delle Grotte rappresenta un’imponente cava, nella quale furono ricavate numerose tombe a camera (IV-III secolo a.C.). Nonostante la sistematica depredazione delle tombe, molti corredi funebri sono stati rinvenuti intatti.

Un’altra suggestiva necropoli etrusca ricca di tombe scavate nella roccia è visitabile nella città di Sovana. Una moltitudine di tombe, dalle più semplici a veri e propri monumenti scavati nel tufo, risalenti al periodo tra il VII ed il I secolo a. C; tra tutte spicca la tomba Ildebranda, opera monumentale realizzata scalpellando un'intera collina di tufo, esempio di tomba a tempio ed una delle maggiori opere di architettura rupestre etrusca.

A Chiusi, presso il Museo Civico "La Città Sotterranea" sono presenti alcune fra le più importanti testimonianze ipogee etrusche. La sezione “Epigrafica”, interamente allestita in cunicoli sotterranei, si articola in gallerie ipogee che ospitano un’esposizione dedicata all’epigrafia funeraria etrusca: urne e tegole tombali iscritte. Chiusi è, infatti, la città che ha restituito il maggior numero d’iscrizioni pertinenti al periodo compreso fra il III e il I sec. a.C., in una quantità superiore addirittura a quelle rinvenute a Roma e ad Atene.

Il cosiddetto "Labirinto di Porsenna", complesso sistema sotterraneo che si articola per circa 130 m sotto la città di Chiusi, comprende invece cunicoli facenti parte del complesso sistema idraulico etrusco che incrocia gallerie d’acqua e loro diramazioni. S’incontrano pozzi a sezione cilindrica, rivestiti di ciottoli o blocchi di travertino, cisterne, veri serbatoi sotterranei scavati per immagazzinare l’acqua piovana e proteggerla dall’evaporazione e dall’inquinamento. Ogni insediamento etrusco era dotato di cisterne e molti anche di acquedotti, di cui le cisterne erano le terminazioni.




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