APPROFONDIMENTI TEMATICI / PAESAGGIO / LE CAVE NEL PAESAGGIO PUGLIESE
Le cave nel paesaggio pugliese
La Puglia, grazie alla sua natura calcarea, è una delle prime regioni in Italia per quantità e qualità di materiali estratti. Sin dall’antichità le risorse del sottosuolo, principalmente sabbia e ghiaia, seguite da pietre ornamentali, calcare, argilla e gesso, venivano estratte per scopi decorativi e per le costruzioni, basti pensare alle cattedrali di Bari, Trani, Bitonto e Barletta, a Castel del Monte, ai trulli di Alberobello o alle tipiche masserie sparse nel territorio. L’estrazione di questi materiali ha condizionato l’economia pugliese: l’alabastro e i marmi della regione sono da sempre apprezzati in tutto il mondo.
L’attività di estrazione nella regione è abbastanza differenziata e le cave attive nelle diverse provincie si distinguono per tipiche “coltivazioni”:
- Area di Bari e Trani: calcare, "Pietra di Trani" e "marmi" utilizzati a scopo ornamentale, rivestimenti interni ed esterni, pavimentazioni;
- Cursi e Melpignano (Le): calcarenite nota come "Pietra Leccese", utilizzata per lavori artistici e di restauro;
- Ginosa (Ta): sabbie e ghiaie per l’industria edile;
- Poggio Imperiale e Apricena (Fg): calcare utilizzato a scopo ornamentale.
Le modalità di estrazione sono rimaste sostanzialmente invariate nel corso dei secoli, mentre sono profondamente mutate le attrezzature. Fino a metà del XX secolo, infatti, l'estrazione avveniva completamente a mano, con l'utilizzo di strumenti grossolani, ad opera dei cavamonti (o "zoccatori"). A partire dagli anni '50 l'estrazione della pietra avvenne invece con l'ausilio delle macchine.