APPROFONDIMENTI TEMATICI / Opifici Rupestri / GLOSSARIO

Glossario

» Ceramica Faentina


È la ceramica tipica della città emiliana di Faenza. Si tratta della cosiddetta maiolica (o “faenza smaltata”), ovvero ceramica dotata di un rivestimento vetroso opacizzato con l’ossido di stagno. L’arte ceramica faentina si afferma nel Medioevo e raggiunge l’apice del successo nel Cinquecento. Fra le decorazioni più comuni vi sono figure e fantasie geometriche, fitomorfe e zoomorfe, epigrafiche e araldiche; le colorazioni più diffuse sono verde, bruno e turchino su bianco smaltato.

» Colombino


È uno dei metodi più antichi per la lavorazione della terracotta. Consiste nell’assemblare dei cilindretti di argilla, modellandoli e facendoli aderire con della barbottina (argilla molto diluita con acqua), sino a creare le pareti del vaso, che in seguito saranno levigate per chiudere gli eventuali pori o fessure. Questa tecnica è ancora oggi utilizzata dagli artigiani.

» Fisculi (o fiscoli)


Dischi di fibra vegetale, del diametro di circa 60 cm, sui quali vengono poste le olive macinate per sottoporle alla torchiatura.

» Invecchiamento


L'invecchiamento, o elevazione, è un procedimento di lenta maturazione attraverso il quale un vino raggiunge il massimo delle sue qualità organolettiche. Con questo tipo di fermentazione, l'acido malico si trasforma in acido lattico e anidride carbonica, causando un abbattimento dell'acidità totale che rende il vino più morbido. Per i vini più pregiati viene consigliato l'uso di botti in legno, in particolare di rovere. Il legno, infatti, cede al vino sostanze, come aldeidi cinnamica e vanillina, che contribuiscono all'arricchimento del bouquet, ossia dell'intera gamma dei suoi profumi. Il passaggio di piccole quantità d'aria attraverso i pori del legno, permette inoltre una "microareazione" che contribuisce al raggiungimento di risultati ideali. Il processo di maturazione si conclude in bottiglia e consente al vino di completare il suo stato evolutivo arricchendo i propri aromi.

» Kashèr


Kashèr significa “valido, adatto, buono”. Il termine indica l'insieme di regole religiose che governano la nutrizione degli Ebrei osservanti e derivano dalla Bibbia, la Torah. Alcune regole sono molto dettagliate e specificano anche le modalità di macellazione degli animali, oltre che definire delle vere e proprie linee guida per la dieta quotidiana dei fedeli.

» Maiolica


Ceramica composta da un impasto di argilla rivestito, per immersione, da uno smalto a base di stagno, in genere opaco, più spesso bianco, talora variamente colorato, che serve come base per la decorazione dipinta.

» Olio lampante


Olio non commestibile, il cui nome deriva dal suo utilizzo in passato come combustibile per le lampade.

» Sciave


Sorta di camini scavati nella pietra che collegavano la strada al frantoio ipogeo. Attraverso queste aperture le olive venivano riversate all'interno di depositi nel frantoio stesso e conservate in attesa della molitura.

» Torchio alla genovese


Attrezzo per la spremitura delle olive formato da una struttura in legno o muratura e costituito da due assi verticali forniti di due guide entro cui scorreva il disco pressante sui fiscoli. Questo era fissato con un unico vitone girevole imperniato in una vite madre bloccata al blocco superiore in legno o in pietra, il tutto poggiato su basamenti di pietra dura. Nei quattro fori laterali alla base del vitone, i trappetari infilavano un'asta, per produrre la stretta necessaria alla fuoriuscita dell’olio dalla pasta.

» Torchio alla calabrese


Attrezzo per la spremitura delle olive. Il torchio alla calabrese era più antico rispetto a quello alla genovese. Era usato in tutto il regno di Napoli sino ai primi anni dell’ottocento ed era costituito da due viti fisse verticali poggianti su blocchi di pietra dura ed incastrati in alto nel soffitto roccioso. Sui vitoni scorreva il travone per il pressaggio dei fiscoli.

» Vinificazione in bianco


Per ottenere il vino bianco, il mosto non viene fatto fermentare ma viene separato dalle vinacce (bucce dell’uva) e filtrato.

» Vinificazione in rosso


Per ottenere il vino rosso, il mosto viene fatto macerare insieme a bucce, semi e raspi, che rilasciano i pigmenti colorati detti antociani. Maggiore è il tempo di contatto tra vinacce e mosto, maggiore sarà l’estrazione dei pigmenti e di tutte le altre parti solide. Il vino così ottenuto sarà intensamente colorato.