APPROFONDIMENTI TEMATICI / Opifici Rupestri / LE BOTTEGHE ARTIGIANE DI GROTTAGLIE
Le botteghe artigiane di Grottaglie / La ceramica
Il termine “ceramica” (Fig. 8) deriva dal greco κέραμος (keramos) che significa in generale “materiale cotto” e indica il primo materiale sintetico ideato dall’uomo combinando i quattro elementi primordiali: fuoco, acqua, terra ed aria. Per la sua durezza ed inalterabilità, che le fanno conservare le sue caratteristiche per millenni, la ceramica è senza dubbio il più importante tra i materiali di interesse archeologico.

In qualsiasi scavo il numero di reperti ceramici è alto, data la sua ampia diffusione. La lavorazione dell’argilla per produrre dei vasi è iniziata nel Neolitico, quando l’uomo, cominciando a coltivare la terra e ad allevare il bestiame, si rese conto che aveva bisogno di conservare le provviste all’interno di alcuni recipienti. Quest’invenzione rivoluzionò le abitudini alimentari delle popolazioni, rendendo possibile la cottura dei cibi. La ceramica e le sue diverse varietà, tra le quali la porcellana, hanno molti impieghi e costituiscono una delle più antiche e importanti tradizioni tecnologiche dell'umanità. La ceramica si fabbrica a partire dall'argilla, la roccia friabile di cui è costituito normalmente il terreno. L'argilla, con l'aiuto di un po' d'acqua, diventa una pasta che può essere modellata per assumere la forma voluta. Poi, sottoposta ad alte temperature, grazie a un forno o a un semplice fuoco, indurisce e diventa solida, e può essere usata per contenere cibo e bevande. Ma a seconda di quali elementi si aggiungono all'argilla e della temperatura a cui la si fa cuocere, la ceramica può acquistare anche altre proprietà molto interessanti, come la resistenza al calore e la capacità di isolare dall'elettricità o dai campi magnetici.
Esistono molti tipi diversi di materiali ceramici. (Fig. 9) Si può distinguere tra materiali a pasta porosa e a pasta compatta. I primi, dopo la cottura, presentano una superficie composta da una rete di pori e sono permeabili a gas e liquidi. I secondi hanno invece una superficie priva di pori, che li rende quindi impermeabili. Alla prima categoria appartiene la forma più semplice di ceramica, la terracotta, che è un semplice impasto di argilla, magari con l'aggiunta di paglia e pietrisco, cotta al forno o al calore di un fuoco. Questo procedimento è noto all'umanità da millenni ed è usato per produrre recipienti per i cibi e le bevande, anche grazie alla facilità di lavorazione del materiale, che consente di dare al contenitore la forma e le dimensioni volute. In seguito l'uomo ha scoperto che la terracotta può essere rivestita con una vernice, di solito a base di metalli come piombo o stagno, che durante la cottura acquista proprietà simili a quelle del vetro. In questo modo la superficie non è più permeabile, diventa levigata e può assumere diversi colori. È il caso della maiolica, un prodotto molto diffuso nell'artigianato tradizionale di alcune regioni italiane.
