APPROFONDIMENTI TEMATICI / Medioevo: insediamenti e chiese rupestri / VILLAGGI RUPESTRI IN TOSCANA
Villaggi rupestri in Toscana
L’area del Tufo è la parte meridionale della Maremma e comprende i territori di Sorano, Pitigliano e parte di Castell’Azzara, all’estremità sud-orientale della provincia di Grosseto.
Tutto il territorio è caratterizzato da una roccia tufacea tenera e friabile che, fin dalla preistoria, è stata modellata e sfruttata dall’uomo per ottenere ambienti da destinare a necropoli, colombari, abitazioni, strade, stalle, fino alle attuali cantine che si dipanano sotto le case. Gli stessi paesi che occupano quest’area, oltre ad essere uniti dalla stessa origine etrusca e a possedere una comune storia medievale, nascono arroccati su rupi tufacee, con case che sembrano nascere dalla roccia stessa, fondendosi con l’ambiente circostante.
(Fig. 3) La scelta della localizzazione degli insediamenti rupestri in quest’area si riallaccia da una parte a motivi di sicurezza, dall’altra alla facilità con cui la roccia tufacea può essere scavata per mezzo di una semplice strumentazione. Le ragioni di sicurezza sono evidenti quando l’insediamento è accompagnato da opere di fortificazione, come fossati, torri e recinzioni.
Le tracce di un uso abitativo degli ambienti scavati risalgono ai secoli centrali del Medioevo, ma in alcuni casi, preesistenti tombe rupestri, in genere etrusche, sono state riadattate a scopo abitativo dando vita ad articolati abitati.
Le grotte hanno piante dalla forma molto variabile, spesso provviste di una canna fumaria scavata nel banco tufaceo, che fa pensare alla presenza di un luogo di cottura. Nelle pareti sono ricavati ripiani, nicchie, panchine. (Fig. 4) In molte grotte si nota la presenza di pozzi ovoidali scavati nel pavimento, quasi certamente destinati alla conservazione delle granaglie. Dai materiali rinvenuti all’interno delle singole grotte, o nell’area immediatamente circostante, si evince una frequentazione in epoca post-classica e nei secoli centrali del Medioevo. Altre grotte ancora presentano materiali più tardi, con pentolame invetriato e maioliche settecentesche. La maggior parte delle grotte scavate nei comuni di Sorano e Pitigliano era destinata ad abitazione, ad annessi agricoli e alle attività connesse all’insediamento, come frantoi e mulini. A Sorano, in un’abitazione rupestre franata, sono state ritrovate anche tracce di attività artigianali, con attrezzi e scarti della lavorazione di un calzolaio, mentre nell’insediamento di San Rocco è presente un complesso di tre grotte che va sicuramente considerato una “cocceria”, cioè una fornace per materiali ceramici. Non mancano grotte adibite al culto, come piccoli oratori e romitori.
