APPROFONDIMENTI TEMATICI / Medioevo: insediamenti e chiese rupestri / VILLAGGI RUPESTRI IN PUGLIA
Villaggi rupestri in Puglia
Il fenomeno del vivere in grotta ha costituito una tradizione ininterrotta in Puglia, per le particolari caratteristiche geomorfologiche del territorio, nonché per la presenza di acqua e di alcune importanti vie di comunicazione, come la via Appia. La roccia del luogo, tenera e porosa, è stata per secoli scavata e plasmata, e grotte e cunicoli sono stati modellati per le esigenze della vita quotidiana, dimostrando la grande capacità di adattamento dell’uomo all’ambiente.
In Puglia, molti insediamenti rupestri sono ubicati lungo i versanti di lame e gravine dove, grazie alla facile lavorabilità della calcarenite, è stato possibile ricavare un habitat ideale per la vita dell’uomo, in equilibrio con la natura. Grotte naturali, frequentate fin dal Paleolitico e abbandonate poi in età classica, tornarono ad essere popolate a partire dall’Alto Medioevo da comunità religiose di monaci italo-greci e benedettini, oltre che da gruppi di agricoltori e pastori. Anche il succedersi delle invasioni barbariche e l’occupazione longobarda ed araba spinsero gli abitanti a preferire l’insediamento rupestre, difficile da individuare fra la naturale conformazione delle rocce. Gli insediamenti medievali assunsero la forma di veri e propri agglomerati rurali. È l’esaltazione del “costruire alla rovescia”, (Fig. 1) con diversi ambienti a più livelli, gruppi di grotte collegate da una serie intricata di stradine e scalette scavate nella roccia, adibite ad abitazioni corredate da depositi per attrezzi, magazzini per derrate, cisterne e fosse frumentarie, stalle, frantoi, palmenti, cantine, forni, e diverse chiese.
