APPROFONDIMENTI TEMATICI / Medioevo: insediamenti e chiese rupestri / LE GROTTE DIPINTE
Le grotte dipinte / I colori dell'affresco
I colori utilizzati per l'affresco (Fig. 12) devono avere caratteristiche particolari di resistenza agli agenti atmosferici e soprattutto all'azione caustica della calce: quelli che meglio rispondono a tale esigenza sono i pigmenti di origine minerale (terre, silicati, grafite, carbonato di calcio, ossidi di ferro, ecc.). I pigmenti di origine vegetale, invece, per il calore sprigionato dal processo di carbonatazione, possono bruciarsi e quindi alterarsi.
I pigmenti vengono stemperati in acqua e quindi stesi sull'intonaco fresco utilizzando un pennello morbido. L'artista doveva avere grande esperienza nello scegliere le tonalità giuste, dal momento che i colori usati per l'affresco al momento della stesura non sono quelli definitivi poiché subiscono dei mutamenti nel corso dell'essiccamento.
Terre colorate, metalli, pietre preziose e rocce venivano triturate e ridotte in polvere, poi mescolate con acqua e tuorlo d’uovo. Per dipingere i cieli e il manto della Vergine si usava l'azzurro ultramarino, ricavato dal lapislazzulo, colore preziosissimo che poteva essere sostituito con la più economica azzurrite (carbonato basico di rame), che si alterava però in verde con il tempo. La scelta dei colori per l'affresco veniva stabilita prima di cominciare il dipinto e faceva parte dello studio preparatorio.
