APPROFONDIMENTI TEMATICI / Medioevo: insediamenti e chiese rupestri / VILLAGGI RUPESTRI IN PUGLIA

Villaggi rupestri in Puglia / Le abitazioni rupestri

Le abitazioni dei villaggi rupestri erano generalmente molto semplici e poco confortevoli, sia per la povertà degli abitanti, che perlopiù erano contadini, artigiani e monaci, sia per la natura stessa delle dimore, scavate nel tufo con mezzi rudimentali. Tuttavia l’organizzazione degli abitati rivela una grande abilità costruttiva, una capacità di sfruttamento dello spazio e un adattamento alle condizioni più difficili. Le case-grotta potevano essere composte da uno o più vani, la cui altezza era compresa fra i 2,05 e i 2,30 metri, talvolta disposti su uno o più livelli, e avere vari elementi scalpellati e modellati direttamente nella roccia, come sedili, nicchie e ripiani per riporvi vasi ed oggetti di uso quotidiano, vani a muro per il deposito di derrate alimentari, angolo letto (Fig. 2).

In alcune abitazioni le pareti e i soffitti presentavano fori utilizzati per le intelaiature del letto, per incastrarvi piani di legno utili per la stagionatura degli alimenti, per sospendervi le lanterne e la culla dei neonati. Spesso l’abitazione era dotata anche di una cisterna per la raccolta dell’acqua e di ricoveri per animali. L’ingresso rettangolare era protetto da incisioni funzionali a convogliare lateralmente le acque piovane. Gli ingressi, che spesso costituivano l’unica fonte di luce e di aerazione della casa, presentavano anche tacche e fori per l’inserimento di una porta lignea.

Fig. 2 | Abitazione rupestre, Complesso rupestre delle Sette Camere - Gravina in Puglia (Ba)