APPROFONDIMENTI TEMATICI / Medioevo: insediamenti e chiese rupestri / LE CHIESE RUPESTRI
Le chiese rupestri
Fulcro del villaggio rupestre era la chiesa che, nell’insediamento in gravina, era posta alla sommità del pianoro ed era anch’essa scavata nella roccia secondo schemi e caratteristiche che riprendevano quelli delle chiese “costruite”, riadattandoli all’ambiente ipogeo.
Le chiese rupestri furono punto d’incontro tra Oriente e Occidente, tra la liturgia cattolica e il culto greco-ortodosso, che si integrarono in un'unica mentalità ed espressione religiosa.
(Fig. 6) L’architettura della chiesa rupestre, come per le abitazioni, procedeva per svuotamento del banco roccioso, realizzando una pianta iniziale, di solito quadrangolare, ampliata seguendo la morfologia della roccia. Dopo aver scavato l’aula iniziale si passava a scavare altri vani, lasciando tra uno spazio e l’altro una parete in pietra, che veniva poi scolpita per realizzare elementi architettonici simili a quelli delle chiese costruite, come pilastri, archi, arcate cieche. Nei soffitti venivano invece intagliate finte trabeazioni e decorazioni che imitavano finte cupole. A questa complessa planimetria costituita da diversi ambienti quadrangolari si aggiungevano l’abside, o più absidi, e nicchie. Lungo il perimetro dell’aula, nello stesso banco tufaceo, veniva ricavato un sedile, destinato ai fedeli, nella parte della chiesa detta naos, separata dalla parte riservata al clero, detta bema, dall’iconostasi. Nella parte sacra era collocato l'altare principale della cripta, in posizione centrale o addossato alla parete dell'abside.
